Skip to main content

I Miniscalchi

La famiglia Miniscalchi giunse a Verona, dal territorio bergamasco, negli anni della dominazione viscontea della città (1387-1404). Le prime notizie documentate risalgono al 1409 quando, a Zaninus Mereschalchus, capostipite del ramo veronese, fu conferita la cittadinanza veronese. Mercanti di origine in cerca di fortuna, riuscirono ben presto ad associare a questa attività la gestione di un sempre più consistente patrimonio fondiario che li portò, nell’arco di una generazione, a conquistare un rilevante livello sociale e politico. Nel 1425 la famiglia conseguì infatti il fregio di nobiltà e fu aggregata al nobile Consiglio di Verona. I Miniscalchi fissarono la loro dimora nell’attuale via San Mammaso ove fecero costruire il loro palazzo nobiliare, oggi sede del Museo.

A documentare la potenza economica rapidamente acquisita dai Miniscalchi resta anche la cappella di famiglia - commissionata nel 1491 da Alvise Miniscalchi e giunta a compimento solo nel 1510 - presente nella navata sinistra della basilica di Santa Anastasia a Verona.

Numerosi e prestigiosi furono i matrimoni che legarono i Miniscalchi alle più importanti famiglie della nobiltà veronese, e non solo. Di particolare rilevanza furono le nozze celebrate nel 1785 tra Marcantonio e Teresa Moscardo - figlia della principessa Alfonsa D’Este - ed erede della maggior parte delle raccolte d’arte, scientifiche e naturalistiche riunite dall’erudito veronese Ludovico Moscardo nel proprio museo “domestico”. Parte di queste collezioni, ancora oggi, costituiscono il nucleo principale delle raccolte del Museo Miniscalchi-Erizzo.

Dal matrimonio tra Teresa e Marcantonio nacque Luigi che, nel 1808, sposò Marianna Erizzo, ultima discendente dell’illustre e potente casato veneziano che vantava tra i suoi membri anche un Doge e un Procuratore di S. Marco. Anche la principessa Erizzo portò in dote alcuni tra i più preziosi oggetti e dipinti del Museo, come ad esempio gli splendidi vetri di Murano dei secoli XVI e XVII, la tela di Alessandro Longhi raffigurante il Procuratore di San Marco Nicolò Erizzo e quella realizzata da Sebastiano Bombelli che ritrae Nicolò I Erizzo con i figli, oltre ad una parte cospicua dell’archivio di famiglia. Il nipote Marc’ Antonio ottenne dalla Consulta araldica il consenso a unire il cognome di nascita a quello della madre e di associare gli stemmi dei due casati.

Oggi la famiglia Miniscalchi-Erizzo si è estinta in discendenza diretta maschile. Il cognome è stato assunto dai marchesi Bonifacio e Marcantonio Spinola, figli della marchesa Emiliana Miniscalchi-Erizzo Spinola, nipote del conte Mario alla cui munificenza è legata la nascita dell’omonima Fondazione Museo Miniscalchi-Erizzo.

STEMMA MINISCALCHI-ERIZZO:

Arma: Partito, nel primo d’argento al tronco d’albero sradicato al naturale, infiammato di rosso, accollato ad un ramo d’edera intrecciato. Nel secondo, d’azzurro alla banda d’oro: nella quale trovasi in alto un riccio di colore naturale ed abbasso un’antica fibbia cavalleresca alla romana da cinturone colla punta in alto.

Cimiero: elmo sormontato da una zampa di leone con un cuore.

Motto: Concordia Fratrum